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LONDRA & OXFORD

“In panno buon colore..”


¶ JOHN FLORIO A LONDRA

Elisabetta I ascese al trono il 17 novembre 1558. Le prime azioni come regina fu l’istituzione della chiesa protestante Inglese. Pertanto, l’Inghilterra non era più una minaccia per John. A circa 18 anni, dopo gli anni formativi a Soglio e a Tubinga, John torna a Londra.

I PRIMI FRUITTI di JOHN FLORIO

Robert Dudley, conte di Leicester, c. 1564.

A 25 anni John Florio pubblicò Firste Fruites which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published (1578). Questa raccolta di dialoghi teatrali contiene brani tradotti dalla letteratura e dalla filosofia. Inoltre, è stato progettato per i principianti sia in lingua Italiana che Inglese. Florio dedicò il manuale a “Tutti i signori e i mercanti italiani che si dilettano nella lingua Inglese”. Dedicò il suo primo lavoro a Robert Dudley, conte di Leicester. Nella dedica, John ricordò a Dudley il fedele servizio di suo padre, entrando con successo nella sua cerchia sociale:

“Massime per essere parte io uscito dalle viscere di chi vi é stato fedele e devoto vassallo[Michelangelo], e essendo io restato successore del medesima servitù, vorrei così entrare nel numero di quelli di che con perfetto amore vi servono [/efn_note]“

Dedica di John Florio a Robert Dudley, First Frutes, 1578.
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JOHN FLORIO & I LEICESTER’S MEN

Nel manuale, John Florio si riferisce a se stesso come “povero artigiano”. La sua insistenza sul fatto che l’insegnamento non era la sua professione indica che questa era la prima volta che si avvicinava alla lingua come professione. Inoltre, i versi encomiastici che precedono Firste Fruites mostrano che John Florio prese contatto con la compagnia teatrale di Dudley: i Leicester’s men. Le prime pagine dei Firste Fruites, infatti, contengono vari versi di ringraziamento e lode a Florio scritti dagli attori della compagnia: Richard Tarlton, Robert Wilson, Thomas Clarke e John Bentley. Lo ringraziano per aver contribuito a portare la letteratura italiana nel teatro Inglese.

“In Lode a Florio e al suo lavoro: Noi da casa, grazie al lavoro di Florio, possiamo conoscere tutte quelle cose che richiedono grande impegno, e soltanto aprendo questo libro, ciò che invece prima poteva essere un viaggio pericolo e pauroso.” – La dedica di Richard Tarlton a John Florio nei Primi Frutti.


¶ JOHN FLORIO AD OXFORD

Con Firste Fruites, John Florio iniziò una nuova carriera a Londra nell’insegnamento delle lingue mentre continuava ad avere contatti con il teatro. Successivamente, nell’estate del 1578, fu mandato da Lord Burleigh, William Cecil, ad Oxford al Magdalen College. Entrò come studente povero e divenne servitore e tutore di lingua italiana di Barnabe ed Emmanuel Barnes, figli del vescovo di Durham. John Florio rimase ad Oxford almeno fino al 1582. Secondo l’Athenae-Oxoniensis, gli fu successivamente permesso di indossare l’abito accademico. 1 Il Magdalene College commemora oggi gli anni di Florio nella scuola con la John Florio Society che si riunisce per condividere poesie dei suoi membri.

EUFUISMO

Durante questi anni John maturò come lessicografo e fece dello sviluppo della lingua Inglese moderna la sua missione principale. In primo luogo, divenne tutore di lingua italiana di John Lyly. Autore considerato il primo stilista di prosa inglese a lasciare un’influenza duratura sulla lingua, Lyly fu una figura chiave dell’Eufuismo. Un altro eufuista e allievo di John Florio fu Stephen Gosson. Sia Gosson che Lyly adottarono lo stile eufuistico ed erano saturi di letteratura italiana grazie alle lezioni di John Florio. È possibile che un altro eufuista, George Pattie, sia stato l’ “I.P.” che ha firmato versi italiani nei Primi Frutti. 2

JOHN FLORIO e SAMUEL DANIEL

La scalata sociale di John Florio ad Oxford continuò quando iniziò una lunga amicizia con Samuel Daniel. Poeta e storico inglese Daniel esercitò una notevole influenza sullo sviluppo della poesia Elisabettiana e Giacominiana. Daniel si immatricolò il 17 novembre 1581 ad Oxford; lì incontrò Florio, che insegnava dal 1580. Nel 1582 Daniel contribuì a una breve poesia sul manoscritto del Giardino di Ricreatione di Florio.

IL PAOLO GIOVIO DI DANIEL: FLORIO DIETRO N.W.

È stato ipotizzato che Daniel iniziò a prendere lezioni di italiano sotto Castelvetro intorno al 1579 quando aveva 15 o 16 anni. In seguito, continuò con John Florio quando arrivò ad Oxford. 3 Questo spiegherebbe come nel 1585, con l’aiuto di John Florio, pubblicò la sua traduzione del trattato di Paolo Giovio (1585). John Florio firmò la prefazione del lavoro di Daniel dietro lo pseudonimo N.W. Nella prefazione, egli mette a confronto questa degna impresa con altri tipi di materia di letteratura:

“Per questo i cortigiani sono interiormente rapiti nel vedere l’immagine di Fiammetta che Boccaccio ha delineato. Se le signore si intrattengono di nascosto con Ariosto o Bandello nei loro armadi. Se gli amanti abbracciano Ovidio nel massimo della loro passione: allora i signori di tutte le classi, onoreranno la tua Impresa, come un raro, e delicato gioiello”.

Fol n. 4 – 5

FLORIO CITA BOCCACCIO, ARIOSTO, BANDELLO

In tutti queste citazioni, le analogie tratte da John Florio sono ad incontri privati e intimi. Il cortigiano “interiormente rapito” usa la Fiammetta come esplorazione della retorica interiorizzata della sua emozione; la narrazione cavalleresca, anche lurida di Ariosto e Bandello, viene consumata dalle donne nei loro “armadi” (che riecheggiano un tipico motivo di tali racconti), e gli amanti si rivolgono alla classica “Physition” dell’Ovidio erotico, per una spiegazione dei loro sintomi. 4 Appena uscito dall’esperienza che cambiò la sua vita presso l’Ambasciata Francese con Giordano Bruno, nella prefazione, Florio aggiunge una difesa della traduzione, evocando Giordano Bruno che parlò con lui dell’importanza della traduzione. Scriverà una difesa simile nella sua splendida difesa della traduzione nei Saggi di Montaigne (1603):

“Non si può dimenticare ciò che il Nolano (quell’uomo di titoli infiniti tra le tante virtù) notò nella nostra Scuola, che da tutte le traduzioni nascono le scienze.”

N.w. in S. Daniel, The Worthy Tract of Paulus Iovius, 1585, 7

“Il mio vecchio amico Nolano mi ha detto, e ha insegnato pubblicamente, che da tutte le traduzioni nascono le scienze…”

John Florio nei Saggi di Montaigne, 1603, Al lettore

JOHN FLORIO e MATTHEW GWINNE

Matthew Gwinne fu un altro caro amico di John Florio incontrato ad Oxford. Medico e drammaturgo, Gwinne contribuirà a scrivere versi encomiastici nelle opere di Florio dietro lo pseudonimo di “Il Candido”. Florio lo menzionò nelle lettera al lettore dei Saggi di Montaigne (1603) come suo “unico amico più caro e comprensivo”:

“L’altro (il mio unico più caro e comprensivo amico, Maestro Dottore Gwinne, di cui posso giustamente dire ciò che il mio Autore disse del suo caro amico Steve de Boetie: perché, non potevo descriverlo meglio, lo ha fatto lui per me.) disposto a facilitarmi, come disposto a compiere un arduo lavoro d’onore, così come lo definireste uno studioso (e misero è il mondo che non conosce il suo valore migliore; come il principe dei poeti italiani ha detto di Valerius Corvinus, Non so se miglior duce o Cavaliero, così posso veramente dire di lui.) Non so se meglio Oratore e Poeta, o Filosofo e Medico.

John Florio, Prefazione ai Saggi di Montaigne, 1603

“.. dove l’aria è più temperata, e il terreno più fecondo.


PRIMA TRADUZIONE di JOHN FLORIO: I VIAGGI DI CARTIER

Una narrazione breve delle due navigazioni e scoperte a nord-est chiamato Nuova Francia
[electronic resource]:
tradotto per la prima volta dal francese in italiano da quel famoso uomo colto Gio : Bapt : Ramutius, e ora trasformato in inglese da John Florio; degna lettura di tutti gli avventurieri, viaggiatori, e navigatori.
La prima traduzione di Florio-1580.

A Oxford, oltre al lavoro come tutore italiano, John Florio iniziò anche una carriera come traduttore. Incontrò Richard Hakluyt, uno scrittore inglese molto appassionato di letteratura marittima. La sua collaborazione con Florio fu molto fruttuosa: gli commissionò la traduzione dei viaggi di Jacques Cartier in Canada. Più tardi, nel 1580, Florio pubblicò la sua traduzione sotto il nome di A Shorte and briefe narration of the two navigations and discoveries to the northweast partes called Newe Fraunce: first translated out of French into Italian by that famous learned man Gio : Bapt : Ramutius, and now turned into English by John Florio; worthy the reading of all venturers, travellers, and discoverers.

LE AVVENTURE COLONIALI DI FLORIO

John Florio sviluppò rapidamente una consapevolezza del potenziale del ‘Nuovo Mondo’. Infatti, fu tra i primi inglesi, se non il primissimo, a suggerire che le terre appena scoperte attraverso l’oceano dovessero essere colonizzate in modo permanente dai coloni Inglesi. Nella prefazione, si rivolse a tutti i “Gentiluomini, Mercanti e Piloti.” per “trasportare le nostre Bestie e bestiame d’Europa in quelle grandi nuove terre”:

“Giovanni Vorazzana, un fiorentino, se non fosse stato preso improvvisamente dalla morte, avrebbe convinto Francesco il re francese a inviare un buon numero di persone ad abitare alcuni luoghi di queste coste, dove l’aria è più temperata, e la terra più fruttifera, con buoni fiumi sufficienti a far sviluppare qualsiasi nativo, e potrebbe essere una buona occasione per portare molte finalità, tra queste, per indurre quei poveri nativi ignoranti e senza costumi al vero culto e servizio di Dio, e per insegnare loro come lavorare il terreno, trasportando le nostre Bestie e bestiame d’Europa in quelle grandi e nuovi terre”.

John Florio, To The Reader, Shorte and briefe narration of the two navigations and discoveries to the northweast partes called Newe Fraunce, 1580.

Florio richiama l’attenzione sull’importanza di “piantare” le “terre scoperte” quattro anni prima di Hakluyt e Raleigh, i pionieri della colonizzazione. Si gettò presto nello spirito di queste iniziative patriottiche inglesi. Inoltre, si impegnò sia a perfezionare la lingua inglese che ad essere un collaboratore dell’impresa coloniale inglese.

EDWARD DYER

Ad Oxford John Florio incontrò anche Sir Edward Dyer, poeta e cortigiano. Gli dedicò la prima versione del Giardino di Ricreatione, una raccolta di proverbi che pubblicò nel 1591 insieme a Second Fruits. La prima versione, scritta a mano da Florio, è oggi alla British Library. Contiene una dedica scritta da Florio ad Edward Dyer datata 12 novembre 1582. La dedica suggerisce che Dyer gli era stato utile per qualche servizio. Soprattutto, indica un sincero apprezzamento delle sue qualità di studioso italiano. Questo scredita l’ipotesi di Yates secondo cui Florio lo attaccò nei First Fruites. 5 Grazie alle più recenti scoperte sulla sua carriera iniziale a Londra, infatti, i dialoghi nei First Fruites non si riferiscono a Edward Dyer come suggerito da Yates, ma al suo primo lavoro come tintore.

John Florio, dedica a Sir Edward Dyer. Copyright dell’immagine: Giovanni Florio, Un Apàtre de la Renaissance En Angleterre a l’epoque de Shakespeare di Clara Longworth de Chambrun.

JOHN FLORIO & GIORDANO BRUNO

L’ultimo, e più importante incontro che John Florio ebbe ad Oxford fu con il filosofo italiano Giordano Bruno, uno dei pensatori più rivoluzionari del Rinascimento. A Oxford tenne due lezioni: una sull’immortalità dell’anima, l’altra sulla quintuplice sfera. Inoltre, sia Florio che Bruno parteciparono all’arrivo del principe Laski a Oxford. Bruno partecipò all’evento con Philip Sidney, il suo patrono. In quella famosa occasione, molte figure, amici di Florio, parteciparono all’evento: Matthew Gwinne e Samuel Daniel tra gli altri. Anche l’ambasciatore Michel de Castelnau era a Oxford e chiese a Florio di diventare tutore di sua figlia Catherine Marie. Successivamente, nell’estate del 1582, John Florio si trasferì a Londra presso l’Ambasciata Francese insieme a Giordano Bruno.


Come citare questa voce:

“Resolute John Florio”, “Londra & Oxford”, URL https://www.resolutejohnflorio.com/it/2019/09/19/oxford-2/

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 13 novembre 2019. È stato modificato l’ultima volta il 9 Gennaio 2020.

Note:
  1. Franzero, C. M., John Florio a Londra ai tempi di Shakespeare, Guanda, 1969, p. 71
  2. Yates, F. A. John Florio, The Apostle of the Renaissance in Shakespeare’s England, 1934, Cambridge University Press, pg. 50
  3. Woudhuysen, H. R., Sir Philip Sidney and the Circulation of Manuscripts, 1558-1640, Clarendon Press, Oxford, 1996, p. 362
  4. Armstrong, G., The English Boccaccio: A History in Books, Università di Toronto Press, 2019 p. 186.
  5. Del Re, A., Florio’s First fruites: facsimile reproduction of the original edition, Volume II, Introduction and Notes, 1936.